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La Nostra Storia

Storia: da sempre vicini ai più fragili

L’ASP Golgi Redaelli è erede di 40 Luoghi Pii Elemosinieri sorti a Milano a partire dal XIV secolo. La sua storia inizia sette secoli fa.

I Luoghi Pii danno sussidi in denaro e in natura e assegnano doti alle fanciulle povere. I sussidi sono distribuiti per mezzo dei cosiddetti “segni”: biglietti cartacei e gettoni metallici, contraddistinti dall’emblema o dal nome del Luogo Pio che li emette.

I “segni” danno diritto a ritirare razioni di riso, frumento, pane, vino, altri generi commestibili, indumenti e fascine di legna.

E l’attività dei Luoghi Pii non si esaurisce qui: il Luogo Pio Loreto, per esempio, assiste i cosiddetti “poveri vergognosi”, vale a dire nobili decaduti che vengono aiutati a mantenere il loro tenore di vita senza divulgare la notizia del loro declino.

Oggi

I tre Istituti Piero Redaelli di Milano, Camillo Golgi di Abbiategrasso e Piero Redaelli di Vimodrone si presentano come una realtà unitaria col nome di Azienda di Servizi alla Persona Golgi Redaelli, ente di diritto pubblico con finalità di rilevanza sociale e socio-sanitaria, dedicato alla cura degli anziani.


2003

Con la riforma delle IPAB, l’Ente sceglie di conservare un regime pubblicistico e si trasforma in Azienda di Servizi alla Persona (ASP).


1978

L’ECA viene soppresso, le Opere Pie continuano le proprie attività sotto il nome di Amministrazione delle IPAB ex ECA di Milano, conservando autonomia patrimoniale e di bilancio. L’assistenza generica ai poveri, che già la Costituzione Italiana aveva indicato come competenza propria delle amministrazioni locali, viene invece trasferita al Comune.


1971

Nasce l’Istituto Geriatrico Piero Redaelli di Vimodrone.


1966

Il ricovero di Milano (intitolato a Piero Redaelli) e quello di Abbiategrasso (dedicato a Camillo Golgi) assumono il nome di “Istituti geriatrici”. Ciò sancisce la vocazione geriatrica dell’ente che, già a partire dagli anni Cinquanta, aveva iniziato a orientarsi progressivamente verso l’assistenza agli anziani.


1937

Il regime fascista sopprime la Congregazione di Carità e affida la gestione delle Opere Pie al nuovo Ente Comunale di Assistenza, ECA. I compiti dell’ECA sono vasti e comprendono la
tradizionale erogazione di sussidi, il ricovero notturno dei senzatetto, il soccorso invernale agli indigenti, l’invio di bambini poveri alle colonie marine e montane.


1890

Con la Legge Crispi, le Opere Pie vengono trasformate in IPAB (Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficenza). Per lungo tempo le IPAB garantiscono l’esercizio pubblico di funzioni assistenziali, sanitarie (fino al 1968 gestiscono anche gli ospedali), educative e di avviamento professionale.


1862

Dopo l’unità d’Italia, con l’estensione della legislazione sabauda in materia assistenziale, all’Amministrazione dei Luoghi Pii Elemosinieri subentra nel 1862 la Congregazione di Carità che si trova a gestire una struttura ramificata e complessa, comprendente diversi istituti di ricovero e numerose Opere Pie.


1784

L’imperatore Giuseppe II decide di accorpare i circa quaranta Luoghi Pii esistenti nei cinque più prestigiosi – Quattro Marie, Misericordia, Divinità, Carità e Loreto – in seguito unificati in un solo organismo, che negli anni della Restaurazione è denominato Amministrazione dei Luoghi Pii Elemosinieri. In risposta all’evoluzione dei bisogni e delle politiche sociali nascono nuove strutture assistenziali, come la Pia Casa degli Incurabili di Abbiategrasso e le Pie Case di Lavoro di Milano, fondate da Giuseppe II e gestite dagli stessi Luoghi Pii Elemosinieri.


1305-1750

I Luoghi Pii sono strutture di assistenza finanziate da cittadini benestanti e volenterosi allo scopo di dare soccorso ai bisognosi. A Milano sorgono a partire dal XIV secolo, per iniziativa di soggetti diversi, principalmente laici, provenienti dai ceti benestanti. Il più antico è la Scuola delle Quattro Marie, che risale perlomeno al 1305, il più recente è il Luogo Pio della Carità verso i Carcerati, fondato nel 1750. Ogni Luogo Pio è dotato di un patrimonio di entità variabile, formato da donazioni ed eredità disposte da generosi benefattori, di cui si conservano ancora carte personali e familiari e in ricordo dei quali vengono fatti eseguire ritratti a olio su tela (i ritratti gratulatori). A questi introiti si aggiungono le offerte degli associati e quelle ricavate dalla raccolta di elemosine in particolari occasioni, come il Natale e la Pasqua.