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Progetto di Terapia Occupazionale in RSA e NUCLEO ALZHEIMER

Realizzazione di una mostra con le bambole di pezza fatte e cucite a mano dagli Ospiti.

“Il nostro angolo di casa”

La matita ha iniziato a scorrere sul tessuto, poi sono comparse le forbici, l’ago e il filo, le stoffe colorate e la lana, i bottoni e i pennarelli.
Le signore, alcune senza remore, altre con qualche perplessità, hanno iniziato a toccare, a fare, alcune hanno avuto bisogno di un po’ di tempo per entrare nella trama di questa attività, altre ci si sono tuffate come se finalmente potessero plasmare qualcosa che aveva la loro forma.

Abbiamo voluto ricreare un angolo di casa perché è quello che cerchiamo di fare con i nostri ospiti nei momenti di terapia occupazionale. Abbiamo lavorato per mesi sulla creazione delle bambole e durante l’ultima fase è sorta l’idea, l’esigenza, di dare loro una casa. E questa casa doveva assomigliare alla casa di chi le aveva create.

Realizzare le bambole è stato un percorso lungo e affascinante che ha avuto origine nei ricordi di infanzia e che ha attraversato fasi e ruoli di vita. La bambola era qualcosa a cui si voleva dar luce, di settimana in settimana la si vedeva cambiare, crescere, e le trasformazioni erano osservate anche da chi non partecipava direttamente all’attività, ma mostrava comunque curiosità.
La bambola era qualcosa che doveva avere le nostre somiglianze, che si voleva possedere, per la sensazione di orgoglio esperita nel crearla, ma che spesso si voleva donare, per permettere a chi la riceve, di gioirne.
Qualcuno ha contribuito realizzando solo alcune fasi del percorso, a volte anche privi della consapevolezza del prodotto finito. La cooperazione e la valorizzazione delle competenze di ciascuno ha permesso al lavoro di procedere.

Creare dei volti, delle acconciature e degli abiti metteva le signore nella condizione di scegliere per realizzare qualcosa che poi, spesso, somigliava a se stesse, perché il bisogno di narrarsi e di affermare la propria identità, nonostante tutto, è potente.

Osservare le relazioni che si intrecciano durante il momento dell’attività, è come osservare dalla finestra il proprio vicinato; le signore parlano di ruoli, condividono il proprio vissuto e spesso i propri dolori, per poi sentili più leggeri.

Un grazie di cuore a tutte le persone che hanno contribuito a realizzare questi oggetti preziosi: Emma, Cesarina, Francesca, Alice, Giuseppina, Giannina, Ernesta, Onofrio, Vittoria, Pina, Riccarda, Johanna, Donatella, Anna Maria, Antonietta, Maria Gabriella, Loredana, Geraldina, Giuseppe, Francesco, Gerardo, Germana, Iolanda, Elvira, Costantino, Luciana, Mariangela.